E nella notte rinascono pallide tracce di carrarecce che vanno verso il passato, percorrendo l’antico asse viario romano che porta ai confini più orientali dell’impero a "FARRA d’ISONZO (Gorizia)" in una terra di leggenda e di lavoro che ferma nel tempo, colline, dove il verde vive e contrasta con la roccia arida, dove c’è una storia in ogni fiore, in ogni vite

della vigna, dove qualche tralcio non vuol morire ancora ai giorni nostri contorcendosi tra cespugli polverosi o vincendo la lotta in angoli di muro semidiroccati, dove uomini di frontiera respirano gli incontri della storia, la singolarità della natura e della poesia: una pagina aperta all’incontro tra l’uomo e la terra, una linea di storia che per i BRESSAN non si è spezzata mai.

Una storia scritta in una conca dove, nei giorni di maggiore vegetazione, è un ondeggiare di pampini di colore verde brillante, dove i pendii del Collio degradano dolcemente per aprirsi nella valle del fiume Isonzo, in un angolo di terra protetto a Nord dalle Alpi ed aperto a Sud ai venti caldi del mare Adriatico, dove un’eccezionale combinazione di elementi naturali (geografici, geologici e climatici) vanno a costituire un “terroir” unico ed irripetibile per la coltivazione della vite, si trovano i possedimenti dell’azienda BRESSAN.

Si sa che l’uomo da sempre ha imparato a scegliere le terre migliori per impiantare le proprie coltivazioni, così i terreni esclusivamente di proprietà BRESSAN, sono distribuiti in più corpi, occupando una superficie di circa 20 ettari.

Testimoni di una plurisecolare esperienza che ci insegna che il vino di qualità si fa in vigna e non nelle cantine, come per tanti anni si è creduto, abbiamo obbligatoriamente rivolto grande attenzione alla scelta dei cloni migliori da impiantare, a seconda della varietà e della tipologia del suolo, effettuando una meticolosa selezione massale praticata sulle nostre stesse vigne per ottenere un ulteriore miglioramento qualitativo nel rispetto della tipicità e della conservazione del patrimonio genetico naturale dei nostri vitigni.

Le barbatelle (piccole viti) furono messe a dimora in filari che rispettano le distanze e gli orientamenti ideali per impianti pensati nell’ottica di una produzione ridottissima d’uva di eccezionale livello qualitativo, secondo una filosofia che mira da sempre alla realizzazione di vini di altissima caratura.

Nello specifico, i nostri vigneti possono vantare una densità d’impianto di quasi 5000 ceppi ettaro, testimonianza tangibile di una politica tesa sempre ed unicamente ad un costante miglioramento.

In quest’ottica di produzione, fondamentale importanza viene attribuita alla potatura invernale, dove abbiamo adottato da sempre un sistema a Guyot singolo, pratica che ci consente di tenere un unico tralcio per vite con 4 o 5 gemme a frutto, predisponendo così ogni pianta a fornire circa 0,8 - 1 kg d’uva, risolvendoci in questo modo il problema di una indesiderata sovraproduzione di uve.

Ribadendo il concetto che un grande vino nasce da uve altrettanto selezionate, i presupposti sopracitati divengono condizioni irrinunciabili per chi, come noi, adotta una vinificazione che segue una linea naturale in cui la filosofia della non forzatura delle fasi di trasformazione, lascia ai lieviti selvaggi, naturalmente presenti sulle uve, il compito di una fermentazione spontanea che privilegia sempre la «tipicità», non tollerando assolutamente interventi e manipolazioni esterne: abbiamo conferma da quasi 300 vendemmie, che “ il grande vino d’autore” è un prodotto unico, figlio eletto di una evoluzione naturale che rispetta le antiche ritualità che mai trascurano il più piccolo, e solo apparentemente insignificante, dettaglio.

Pertanto il nostro ruolo di vinificatori si “ riduce ” al compito di seguire pazientemente il vino nel suo personale percorso di trasformazione come in un mosaico in cui ogni giorno si aggiungono dei tasselli per migliorare l’insieme: sta alla sensibilità ed alla consumata esperienza di lungimiranti mastri vinai accompagnarlo nel suo affinamento, con tempi e metodi specifici, per condurlo al momento magico della degustazione.

Sorseggiando attentamente una di queste perle, si percepisce che quella dei Bressan è una storia complessa, fatta di amore per ciò che l’immaginario collettivo chiama valori : 3 secoli di storia tramandata di padre in figlio rappresentano un patrimonio unico dove, il passato rivive ogni giorno, perché non è mai passato……
Ci sono produttori che ad un certo punto si sentono arrivati ed il traguardo è il business: altri che non si accontentano mai. Non dei soldi, ma del vino.

Vediamo sempre più frequentemente la stampa enologica applaudire vini immediati e spesso passare come grandi vini quelli solo bevibili, vini che magari hanno compiuto pochi mesi dalla vendemmia….. il vino invece è come l’uomo: ci vogliono anni perché diventi adulto e come minimo occorrono tre anni perché sia almeno digeribile.

Il dramma della viticoltura moderna è quello di ottenere il massimo al minimo costo. Ma per fare questo è stata indispensabile una tecnologia che ha distrutto tutto.

Nessuno insegna più a fare il vino buono, ma ad applicare una tecnologia che è solo funzionale all’industria.

La famiglia Bressan, ancora oggi, continua ad interpretare il vino come frutto di scrupolose tradizioni di mastri vinai che sapientemente uniscono l’antica scienza dell’enologia con metodi anteriori

alla moderna tecnologia, nel solco del rispetto di una lunghissima tradizione che rifiuta categoricamente quella modernità che tutto appiattisce.