da Maria, sposata nel periodo che va dalla storica pace di Aquisgrana (1748), alla soppressione del patriarcato di Aquileia (1751), ebbe il figlio Biagio BRESSAN (5 gennaio 1756 - 3 febbraio 1824).
Il turbine Napoleone, concludendo la sua fulminea campagna italiana, investì alla fine del sec. XVIII l’Europa intera, sconvolgendo anche il Friuli:
durante il periodo napoleonico, Farra fece parte del regno d’Italia (distretto di Gradisca, dipartimento di Passariano).
Citano i memoriali dell’epoca che Biagio convola a giuste nozze con Perressin Maddalena : da questa unione vedrà la luce Michele BRESSAN (24 gennaio 1780 - 28 ottobre 1807). Sotto la spinta del giovane erede Bressan, si specializzò ulteriormente l’attività di produzione vinicola.
La prematura morte di Michele, lascia vedova la moglie Caterina Trevisan di Bruma (ora Mercaduzzo, comprensorio fuori le mura di cinta di Gradisca) al quinto mese di gravidanza :
il nascituro successore della famiglia sarà battezzato con lo stesso nome del padre, Michele BRESSAN (9 febbraio 1808 - 20 febbraio 1850).
Nel frattempo, la fine repentina di Napoleone e del suo fittizio impero riportarono nel 1813 Farra d’Isonzo, come tutto il Friuli, sotto il dominio austriaco, come sancirà il Congresso di Vienna nel 1815. Tale situazione resterà sostanzialmente immutata, per Farra, fino all’inizio del primo conflitto mondiale.
L’intraprendenza del piccolo Michele si svela immediatamente, nonostante la sfortuna abbia voluto vederlo nascere già orfano di padre ed i momenti storici non fossero dei più felici, il giovane Bressan inizia con le prime vendite private;
sposa Simsig Maddalena il 28 / 11 / 1827 e con il suo aiuto e con quello di grandi intuizioni, continua a produrre vini di altissima qualità.
Sotto la spinta di episodi insurrezionali di sparuti gruppi patriottici di attivisti italiani, nel 1848, la parte occidentale del Friuli si alterna sotto il dominio italiano e quello austriaco svariate volte: Farra rimane sempre sotto l’ègida asburgica - d’altra parte i provvedimenti del governo austriaco erano sempre più rispettosi delle individualità etniche e tali da soddisfare egregiamente la maggioranza dei cittadini del paese.
Michele Bressan continua la sua fervida attività, ma in una freddissima mattina del 20 febbraio 1850, dopo aver caricato un carro di botti di vino pronte per la consegna, manovrando i cavalli di traino, cade sotto le ruote del pesante rimorchio, morendo schiacciato: il tragico incidente lascia orfano di padre, a soli 12 anni, il piccolo Domenico BRESSAN (28 agosto 1838 - 9 giugno 1915).
Ma non ci si deve dimenticare che nelle vene del piccolo scorre la tenacia e la combattività del sangue friulano dei Bressan: nonostante la giovane età, coraggiosamente porta avanti l’attività familiare, perfezionando ulteriormente le tecniche colturali.
Vede, alla fine del luglio 1866, l’armata italiana penetrare in Friuli, ponendo il suo quartiere generale a Pradamano (Udine); il 12 agosto dello stesso anno viene firmato a Cormons (Gorizia), l’armistizio fra l’Italia e l’Austria. Farra d’Isonzo rimane sempre sotto il dominio austriaco.
In seguito alla pace di Vienna del 3 Ottobre, l’Austria cedeva all’Italia il Veneto con la parte occidentale del Friuli. La nuova linea di frontiera stabilita fra i due stati, ricalcava ancora quella del Regno Lombardo Veneto, perpetuando così, anzi approfondendo, la fatale divisione politica e culturale del Friuli.
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